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ATTACCO DI PANICO

La paura della paura

Sto per impazzire ?

La maggior parte delle persone che si rivolgono ad uno psicologo in seguito ad attacco di panico rivelano di aver indagato il problema informandosi su testi e siti, frequentando blog o forum sull’argomento. Quello che accomuna queste persone è il desiderio di comprendere cosa sia loro successo o cosa stia loro succedendo.

Infatti, la reazione di panico si presenta, nel racconto di tutti, come un fulmine a ciel sereno, un’intensa e spaventosa reazione fisica che raggela per l’intensità e la incapacità dell’individuo di comprenderne le cause e il suo svolgersi, lasciando la persona sbigottita e spaventata da un evento che non comprende.

Al termine di questa breve ed intensa esperienza la volontà dell’individuo è quella di dare senso e significato a quello che succede, cercandone le cause primariamente in un disturbo fisico: frequente è il pellegrinaggio tra diversi specialisti medici, cardiologi, pneumologi, gastroenterologi, per sottoporsi ad accertamenti ed escludere rischi per la salute fisica ed accertare una diagnosi.

Questo è giustificabile con l’intensità delle reazioni fisiche che accompagnano l’attacco di panico e con il loro sopraggiungere apparentemente in modo inaspettato e immotivato.

Ma vediamo in cosa consistono gli attacco di panico

I SINTOMI DEL PANICO

L’attacco di panico si manifesta con un’intensa e improvvisa reazione di paura in assenza di un reale pericolo e si accompagna a sintomi somatici e cognitivi. L’attacco di panico raggiunge l’apice rapidamente ed hanno un breve durata (da qualche minuto a un massimo di 10 circa)

I sintomi fisici più comuni sono: il tremore; la sudorazione; le palpitazioni e tachicardia; lo stordimento; il senso di vertigini; la tensione muscolare; la nausea; il torpore; il mal di stomaco; sensazioni di soffocamento, vertigini, vampate di calore e brividi di freddo, il formicolio alle estremità del corpo, tremore delle mani, la bocca secca, le gambe molli, la perdita di equilibrio, la rigidità al collo

A questi sintomi si accompagnano sintomi psicologici quali apprensione, paura, terrore, senso di morte imminente, timore di perdita di controllo sulle proprie idee o azioni, tensione, preoccupazione, panico, senso di irrealtà, paura di impazzire, paura di morire, difficoltà di concentrazione (“pensieri a raffica”) e tutto il mondo circostante sembra colorarsi di irrealtà.

Caratteristiche peculiari dell’attacco di panico sono la brevità della crisi (lo stato sembra interminabile ma dura nella realtà una manciata di minuti) e il senso di confusione per l’inspiegabilità di quanto è accaduto.

IL VORTICE DEL PANICO: La paura della paura

“Che mi è successo?”

“Come posso evitare che mi ricapiti?”

“E se capitasse di nuovo?”

Queste sono le domande che attanagliano dopo lo tsunami di un attacco di panico.

L’effetto destabilizzante dei sintomi psichici e somatici svanisce ma resta un generale senso di vulnerabilità e il pensiero si concentra sul timore che la crisi possa ricapitare, magari in un contesto in cui non possiamo ricevere aiuto o potremmo essere esposti all’imbarazzo.

I nostri pensieri ci portano in avanti, attraverso il meccanismo dell’ansia anticipatoria, la nostra mente si concentra sulla probabilità che la crisi possa ripetersi e ci colga nuovamente impreparati.

Le strategie possono allora essere le più diverse, principalmente l’evitamento di quei luoghi o situazioni associati al manifestarsi della crisi (“Sono stato male al ristorante e non sono più uscito a cena”) oppure la ricerca di protezione attraverso la richiesta di vicinanza di un familiare, che ci accompagna nelle uscite e persino al lavoro oppure l’evitamento di situazioni in cui ci possiamo percepire più vulnerabili se ci accadesse di subire un attacco di panico, ad esempio scegliendo di non guidare più l’auto.

Nei casi più estremi le limitazioni dell’autonomia arrivano a compromettere il funzionamento sociale o lavorativo.

Il vortice della paura si autoalimenta e può anche accadere che l’attacco di panico vero e proprio non si verifichi più ma si resta intrappolati dal timore che accada.

Frequentemente le persone raccontano di un solo singolo episodio accaduto negli anni precedenti e narrano del faticoso e duro impegno nel fronteggiare un nemico che non si è più ripresentato ma che ci tiene in scacco condannandoci ad un continuo stato di allerta.

Infatti, chi ha sviluppato un disturbo d’ansia o un attacco di panico ha una elevata capacità di monitorare i propri stati d’animo e sensazioni, restringendo però la gamma alla polarità tranquillità/ansia associando il benessere all’assenza di qualsiasi attivazione emotiva.

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